“Cara Ansia, compagna troppo fedele…”
così inizierebbe una bella lettera di Vaffan**lo alla sensazione più odiosa che uno studente possa mai provare.
Quando ero studentessa all’università, alcuni esami erano per me un Everest infinito da scalare con tutto l’armamentario possibile. Ma alla fine restavo con
batticuore e tremore
alternati a
Non Vado-Vabbé vado-Lo rimando-Vabbé provo-Resto a casa-Aiuto Muoio.
L’ansia è un concetto invisibile, eppure sperimentato da una grossa fetta di persone, nondimeno studenti, che per il 60% del loro spazio personale vedono Ansia invadere la loro vita (statistica poco controllata, condotta sul gruppo facebook super segreto del metodo di studio fantasma).
In psicologia, l’Ansia rientra tra i “costrutti”.
Cioè, è un qualcosa di non visibile direttamente all’occhio nudo, ma inferibile e costruibile attraverso una serie di indicatori: tremori, batticuore, faccia cadaverica, sguardo da zombie, pensieri intrusivi di distruzione di massa totale, “non ce la farò mai”, “aiuto, un altro caffé”… Beh, gli indicatori non sono proprio descritti in questi termini nei manuali… Lo ammetto.
Ma a noi, adesso, poco importa. Perché conoscere Ansia fino in fondo, soprattutto per volerla sconfiggere ed eliminare, non è utile. Tra un po’ ti spiego perché.
Adesso, invece, voglio focalizzarmi sul fantasma del metodo di studio. Se hai già seguito altre discussioni e articoli del blog (ad esempio qui e qui) saprai che io affermo che il METODO DI STUDIO NON ESISTE.
Per avere una spiegazione lunga di questa mia affermazione, ti rimando ai link precedenti e alle ricerche scientifiche lì menzionate. In questo post, ti faccio un breve resoconto delle puntate precedenti, per rendere più efficace la comprensione del resto che andrò a svelarti.
Lo studio è un processo. Potremmo definirlo, infatti, più uno “studiare”, cioè un qualcosa che si fa, quindi un’azione influenzata da molti fattori.
Il processo dello studiare, quindi, è multi-determinato. Ossia, il fatto che noi leggiamo, apprendiamo e memorizziamo è influenzato da una serie di variabili molto variegate tra loro.
Pensa al variegato all’amarena con una puntina di cioccolato a scaglie e una spruzzatina di buccia di limone.
Ti è venuta fame? PAUSA GELATO!
Scherzo, torniamo a studiare come avviene il processo dello studiare. ?
Dicevo: Lo studio è influenzato da moltissime variabili. Queste sono:
- variabili neuropsicologiche, ossia le nostre conformazioni neuronali e le funzioni associate (come leggiamo, come pensiamo, come rispondiamo agli stimoli…)
- variabili di contesto
- variabili di metodo
- variabili psicologiche
Eccoci! Noi oggi focalizziamo l’attenzione su una parte delle ultime.
In queste variabili psicologiche ci sono altre compagne fedeli: c’è Autostima, che è ganza, poi c’è Motivazione, c’è Auto-efficacia che pure sta messa bene a fighitudine.
Poi, però, c’è pure una signora, tra queste variabili psicologiche che influenzano il tuo processo di studio… e questa bella e dannata signora è Ansia.
Oggi in particolare, come sai, parliamo di lei.
Ricordi? Prima ti dicevo che Ansia non è da sconfiggere.
Ti avevo promesso che ti avrei spiegato perché. Iniziamo dalla mia vena polemica: I manuali pronti su come conoscere e sconfiggere l’ansia, a parere della psicologa ex ansiosa che è in me, NON SERVONO.
Lo dico pressoché sempre, quasi tutti i giorni, soprattutto nelle instagram stories: è inutile cercare di sconfiggere signora Ansia, perché sarà solo un’illusione!
Sig.ra Ansia arriva per un motivo.
Piuttosto che cercare di conoscere anche le sue viscere, dovremmo capire anzitutto perché arriva a farci visita.
Pensiamo agli uomini nelle caverne. Se non avessero avuto Sig.ra Ansia con loro, al primo animale minaccioso si sarebbe estinta la razza umana. Invece Ansia li aiutava ad attivare una risposta d’azione efficacissima: o scappi o lotti, se no te magnano.
Al giorno d’oggi animali minacciosi da cui difendersi non ce ne sono come allora, ma spesso crediamo che gli esami abbiano preso il loro posto. Ammesso che un esame da studiare ci metta ansia, sia chiaro. Altrimenti qui stiamo a parlare di aria fritta con l’aria.
Quindi Sig.ra Ansia arriva per un motivo. E ognuno di noi può avere una miriade di motivi tutti diversi. Ad esempio:
- ma quando ti laurei???
- mamma e papà hanno alte aspettative sui miei risultati
- sono triste, arrabbiato e confuso
- se non prendo minimo 25 lo rifiuto
- hanno detto che con i riassunti si prende 30, chi sa se è vero, ho fatto solo quelli
- il prof. è un bastar** pezzo di m€**@
- mi sento vuoto e perso
- il giorno prima si è rotta l’unghia ricostruita
- a che punto sei del programma???
- ha perso il Napoli
- ha vinto la Juve
- Non seguo il calcio ma il mio fidanzato sì e stasera è sabato
Insomma, scherzi abbondantemente a parte, ci possiamo rendere subito conto che per molti di noi l’Ansia può avere non solo connotati diversi nei modi in cui si manifesta, ma può anche arrivare per i motivi più disparati.
Capire perché arriva è la linea di partenza per vincere la maratona della laurea (magari della Vita, magari).
Al di sotto di quell’ansia può esserci una rabbia e una tristezza molto forti, oppure delle aspettative troppo elevate, la paura di fallire socialmente, il panico di non soddisfare gli standard elevati. O, ancora, chi sa cosa…
è solo dopo aver compreso fino in fondo i motivi per cui Ansia arriva, che potrai allearti con lei e trovare i modi migliori di pensare e agire, anche per fare spazio alle altre variabili nel gioco dello studio.
C’hai più ansia di prima? Bene.
Non preoccuparti, è normale. Stiamo uscendo fuori dalla zona di comfort.
E questo è un bene, perché vuol dire che stiamo passeggiando su un sentiero nuovo che può portarti ad una strada alternativa vincente. Difficile? Sì. Non ti dirò mai che sarà facile, ma sicuramente che non sarà impossibile.
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