Il metodo di studio non esiste perché non esiste una chiave che apre tutte le porte.
Esistono invece i metodi efficaci individuali, che la consapevolezza da studente può sensibilmente influenzare. Lo diciamo ogni lunedì e oggi, a proposito di consapevolezza, parliamo di convinzioni nella carriera accademica. Nel 2015 fu pubblicato un articolo scientifico sul Journal of behavioral decision making: gli autori di una interessante ricerca coinvolsero circa 150 studenti universitari al fine di valutare, tra le varie cose, quanto le convinzioni degli studenti universitari rispetto all’ambiente accademico andassero ad influenzare la loro soddisfazione accademica. I ricercatori scoprirono che il grado di soddisfazione degli studenti veniva predetto dal tipo di convinzioni che gli studenti stessi avevano; inoltre, scoprirono che tali convinzioni guidavano a loro volta le cosiddette “lamentele” da studente. Beh, sembrerebbe che le convinzioni abbiano un’influenza notevole sullo studio universitario. Infatti, andando più a fondo nel processo di studi, i più recenti studi della psicologia dell’apprendimento sottolineano come le convinzioni degli studenti guidino la macchina che li trasporta sani e salvi (o quasi a pezzi) all’università. Si tratta non solo di convinzioni rispetto a ciò che accade al di fuori (nell’ambiente circostante), ma anche di credenze e opinionirispetto a se stessi e a come si studia. Parlo dell’insieme di convinzioni sulla propria intelligenza e sulla propria personalità.

Qualcuno potrebbe chiedere: “Che senso ha unire le convinzioni che abbiamo su noi stessi con lo studio universitario?” Beh … Fino ad oggi abbiamo visto come in realtà la nostra psicologia si unisce in maniera molto forte con il processo di studi. Infatti, il processo di studio è sensibilmente influenzato da una serie di fattori psicologici, i quali determinano gran parte della carriera accademica. Si tratta di stili cognitivi, di tipi di motivazione, di obiettivi posti, di ansia e resilienza… Oltre a ciò, anche tutto l’insieme di ciò che pensiamo su noi stessi può contribuire a questi ingranaggi così incastrati tra loro! Proprio in questa prospettiva, quello che noi crediamo rispetto alla nostra intelligenza e alla nostra personalità diventa un pacchetto di convinzioni che va ad influenzare come studiamo. Perché? Facciamola semplice: se io credo di non essere intelligente, di fronte ad un compito molto impegnativo deporrò le armi molto più facilmente. Se io credo di essere una personalità evitante, di fronte ad un compito difficile o ad un esame che mette ansia scapperò a gambe levate più facilmente. In sostanza: i nostri pensieri rispetto a ciò che siamo formano delle “narrazioni” rispetto alla nostra persona. In questo modo, i nostri comportamenti vengono guidati da ciò che pensiamo. Come una profezia che si autoavvera (concetto psicologico molto studiato), se credo di essere una schiappa lo diventerò! “No io faccio schifo con la matematica, per cui la statistica non mi entrerà mai in testa”… Ne siamo sicuri? A meno che non ci abbiano diagnosticato un Disturbo Specifico Dell’Apprendimento (ma anche lì si interviene efficacemente!), direi che siamo di fronte a una convinzione potenzialmente distruttiva! Ok, sarà anche vero che finora abbiamo fatto schifo con la matematica, ma non è detto che continueremo su questa strada! Facciamo di tutto per non farci andare bene le cose, ma sono le nostre convinzioni che lo fanno, non noi.

Tralasciando alcuni aspetti strutturali, la nostra intelligenza (intesa come abilità di apprendere) e la nostra personalità (intesa come modalità di essere e comportarsi) non sono così stabili così come si crede nelle nostre convinzioni. Infatti, nei percorsi di consulenza ai metodi di studio si lavora anche su di esse. Andando a fare una valutazione approfondita e un intervento pratico e metacognitivo, si modifica l’assetto di convinzioni errate al fine di poter approcciarsi allo studio in maniera funzionale! Quindi, se inizio a raccontarmi di essere “Ok”, o di essere “una persona abbastanza capace di potersi approcciare alla matematica”, ecco che farà capolino un insieme di auto-regali super importante: determinazione+motivazione+caparbietà+obiettivi mi porteranno ad affrontare esercizi, primi problemi, e passo dopo passo diventerò abile e capace nella matematica. “Nessuno nasce imparato”, ogni giorno è possibile capire come imparare, sperimentando.
0 commenti