In queste settimane abbiamo affrontato i temi dei copioni e dei modelli operativi interni per spiegare come avvengono alcuni meccanismi nelle relazioni disfunzionali e funzionali.
Una domanda è sorta spontanea tra i follower del mio account Instagram: Come avviene la scelta?
Lecito quesito che si scontra con un messaggio che diceva “Non è vero, perché ci sono certe persone che sono stronze e basta”
Quanto è vero. Ogni giorno può capitarci sotto tiro una persona che proprio non ci va a genio, alla posta, al supermercato, al distributore di benzina, e siamo o costretti a relazionarci per portare a termine le nostre attività necessarie (spedire una raccomandata, fare la spesa, fare rifornimento) oppure, altra scelta alternativa, possiamo cambiare zona e negozi.
Questa strategia risulta difficile nelle relazioni affettive, con gli amici, i genitori, il/la partner…
E mi rendo conto che ci girano non poco, quando iniziamo a scoprire che alcuni meccanismi relazionali sono dovuti anche a noi stessi. Girano come le palline di un giocoliere…
A nostra “discolpa” abbiamo che alcuni meccanismi relazionali dovuti ai copioni, come dicevamo nell’articolo precedente, e sono impliciti e automatici. Certo, non a tutti va a genio sentirselo dire esplicitamente. Questo accade perché ognuno di noi vuole sentirsi dire che sta procedendo bene, che è buono e competente, bravo e utile in tutte le cose che fa.
Onestamente, io in primis adoro ricevere complimenti. Allo stesso tempo, so che posso cadere in errore, con gli altri, ma soprattutto con me stessa, proprio per alcuni meccanismi automatici.
Sono quelli che ci fanno dire: cavolo! Me ne accorgo sempre dopo!
Oppure non ce ne accorgiamo affatto e nella vita di tutti i giorni ci arrovelliamo per capire “perché me li becco tutti io?“.
Quindi oggi voglio rispondere a come avviene la scelta. Se sei suscettibile nel ripensare alle tue modalità di fare le cose, di emozionarti e di relazionarti, ti suggerisco di evitare di leggere l’intero articolo, perché quello che scriverò a breve potrà urtare la tua sensibilità.
Come scegliamo i/le partner?
Secondo la psicologia di stampo evoluzionistico, uomini e donne effettuano scelte diverse per questioni di sopravvivenza della specie e ripartizione dei ruoli in base al genere. Le teorie psicologiche non concordano tutte su queste divisioni secondo il genere. Ci si focalizza piuttosto sulla funzione specifica svolta (Esempio: “funzione di maternità”, piuttosto che “mamma intesa come donna”).
Quindi oggi non parlerò di scelte divise in base al genere. Focalizzerò piuttosto l’attenzione su alcuni effetti generici e indipendenti dal genere che sottendono la scelta del/i partner, siano essi donne o uomini.
Tre Effetti-criterio guidano la Scelta del Partner
L’Effetto Esposizione o Familiarità
Come esseri umani (e viventi) siamo portati a scegliere persone che somigliano alla nostra cerchia familiare: ci avviciniamo a chi somiglia ai nostri fratelli, sorelle, genitori… e parliamo di una somiglianza che può essere definita “caratteriale”, relazionale, di valori, atteggiamenti. Avvengono meccanismi nella nostra mente che fanno si che le persone che percepiamo come familiari vengano automaticamente viste come più gradevoli ai nostri occhi. Questo effetto è definito “familiarità” o, nel suo nome di battesimo “Mere Exposure Effect”, ossia Effetto Esposizione: quanto più siamo esposti a uno stimolo, tanto più lo troviamo gradevole. Nel caso delle relazioni, se questo “stimolo” è una persona e ci ricorda in qualche modo qualcuno che era deputato al nostro accudimento – o che, in qualche modo, era sempre presente nella nostra vita già dall’infanzia – allora ci sembrerà di “riconoscerla” e la troveremo particolarmente attraente, al di là della funzionalità o meno della futura relazione. Questo avviene perché quella persona ci sembra, inconsapevolmente, più prevedibile nei suoi comportamenti e reazioni, anche quando queste sono disfunzionali ai nostri occhi coscienti, perché è in qualche modo “rassicurante” (entra nelle nostre modalità a cui siamo abituati). Tale effetto esposizione sarebbe alla base anche della spiegazione sui copioni fatta la settimana scorsa, secondo cui – attraverso la teoria dell’attaccamento – tendiamo a scegliere persone che hanno caratteristiche simili a chi si è preso cura di noi.
L’Effetto Somiglianza
Le persone familiari, inoltre, possono essere percepite come simili a noi stessi. Inoltre, in un certo qual modo è come se scegliessimo persone che possano andare a incentivare delle nostre caratteristiche specifiche. Infatti, non parliamo di una somiglianza meramente fisica, quanto piuttosto di una somiglianza di cerchie sociali, interessi, livello culturale, valoriale e di convinzioni.
L’Effetto Sensibilità
L’ultimo effetto è definito sensibilità, in quanto chiama in causa la propensione a prendersi cura dell’altro. Secondo tale criterio, nella scelta di un partner, viene data la precedenza a persone che possano mostrarsi potenzialmente premurose e sensibili ai bisogni affettivi dell’altro (anche se solo inizialmente, quindi a prescindere dalle modalità successive). Tale criterio assume un grande valore, definito proprio “valore rispetto all’attaccamento” e, per alcuni studiosi, anche la spinta sessuale porterebbe a scegliere e a cercare il contatto con persone con le quali, eventualmente, si potrebbe in seguito avere una relazione d’amore e, quindi, un legame di attaccamento.
Le nostre responsabilità nella scelta del partner
Questi effetti, insieme alle teorie sull’Attaccamento viste qui e qui, ci spiegano in che modo scegliamo alcune tipologie di partner e sottolineano anche una sorta di nostra “responsabilità” più o meno consapevole in tale scelta.
In situazioni di relazioni disfunzionali, è bene porsi alcune domande in merito agli argomenti che abbiamo trattato. Alcuni di noi pensano di “meritare” alcuni comportamenti fastidiosi, altri ne sono amareggiati ma “non riescono a distaccarsene”; altri ancora ci “sbattono contro” come con un muro, altri scendono alla violenza. Proviamo a porci alcune domande rispetto alle nostre reali esigenze, rispetto a “cosa” ci lega a determinate tipologie di partner e perché e, in casi di abusi, maltrattamenti e violenze più o meno velate, cercare un supporto adeguato è una strada senz’altro più luminosa! Together is Better!
Inizialmente fare i conti con se stessi può sembrare fastidioso… perché si inizia a pensare “allora è tutta colpa mia?”. La risposta è NO… e in realtà quella vocina è solo la “zona di comfort” affettivo-relazionale che chiama alle vecchie abitudini.
La consapevolezza sarà la via del miglioramento e una spinta al proprio reale benessere!
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