Il metodo di studio nel Post-modernismo?
NON ESISTE.
🙂
Se mi segui da un po’, avrai ragione nel pensare che dico spesso la stessa cosa: che il metodo di studio non esiste. Ma, oggi che ti parlo del Post-modernismo, non potevo perdere l’occasione di fare un’entrata a effetto. Lo devo ai post-modernisti! 🙂
L’assunzione che faccio riguardo l’inesistenza del metodo di studio è sorretta da molti studi della psicologia dell’apprendimento (un po’ te ne parlo qui e qui). Oggi, invece, voglio allargare il ventaglio e farci coccolare dal venticello che può regalare. Voglio spiegarti perché, oltre agli studi scientifici “modernisti”, il “metodo di studio” non esisterebbe. Stavolta, entrando nel dettaglio della cornice teorica post-moderna, secondo cui questo metodo di studio è una costruzione.
Non esiste una incontrovertibile verità sociale,
solo storie sul mondo che raccontiamo
a noi stessi e agli altri
(Hoffman, 1992)
Se parliamo di post-modernismo, ci riferiamo a un qualcosa che viene dopo (post) un altro qualcosa, che è il Modernismo.
Nel periodo del Modernismo, che coincide più o meno con l’apparato della rivoluzione illuminista e dei suoi risvolti applicativi in vari ambiti, le figure portatrici di “Verità” sottoforma di ideali perdono di fiducia.
Infatti, in questa era moderna, chiunque abbia studiato è in diritto di esercitare una sorta di potere nel dettare la Verità intesa come Scienza, sorretta da studi e “rivelazioni” supportate dal metodo scientifico. In tale ottica di scoperta facile, anche tutto ciò che è interno alla persona (dal malessere psichico al funzionamento mentale) può essere indagato con gli stessi metodi, che presumibilmente portano alla Verità.
Tra questi rientra anche il concetto di metodo di studio, inteso come una serie di tecniche infallibili che, una volta testate, possono aiutare lo studente veramente motivato a raggiungere il successo, con meno fatica.
Bello, eh?
Peccato che…

La visione post-moderna e non-strutturalista
Questo punto di vista moderno, seppur condivisibile per certi aspetti di controllo scientifico e metodologico, arriva a un punto morto, soprattutto con l’avvento e il riconoscimento che, in qualche modo, l’osservatore della realtà la influenza nell’atto stesso di osservarla e che, in tale ottica, la conosce solo mentre è in divenire e sotto la sua influenza (dalla Teoria dei Sistemi alla Cibernetica di Secondo Ordine al socio-costruzionismo).
Cosa diavolo centra tutto questo con il tuo processo di studio e con il tuo esame del prossimo appello?
Hai ragione, stringo il succo.
Partendo da questi presupposti – che potremmo mettere tutti nella valigia del Post-modernismo e Non-strutturalismo – il metodo di studio è una costruzione o una struttura, ossia un concetto che non vediamo materializzarsi davanti ai nostri occhi e che, per tale motivo, viene costruita o inventata, in un’ottica del tutto modernista.
Ma come possiamo credere che questa costruzione o struttura sia uguale nel suo significato per ogni singolo studente?
Al di là delle narrazioni dominanti culturali e condivise dalla maggior parte delle persone, vi sono valori, convinzioni e significati squisitamente soggettivi che non possono – e non dovrebbero! – essere bypassati da “Verità” nascoste nei polsini di chicchessia!
I detentori di una qualche verità sull’apprendimento (molto scarna), in tutta la loro preparazione modernista, ti puntano il dito o ti affabulano, facendo leva su una qualche tua insicurezza (presente in ognuno di noi), per lasciarti questo messaggio:
Io ho la verità sul metodo di studio super-mega-infallibile! La formula che ti serve per superare i tuoi maledetti esami! Non mi credi? Prova il mio metodo e vedrai!
Poi, seguono testimonianze di chi ci ha creduto e ci è riuscito.
Facendo leva sulla costruzione modernista della struttura “metodo di studio”, e del suo peso specifico nell’ambito universitario, ti vendono un pacchetto di tecniche che al 100% non calzeranno a ognuno di noi (il perché lo spiego nei due link di sopra).
Dove voglio andare a parare?
Per prima cosa, ti dico che io non vendo né tecniche, né metodi.
Ti scrivo per scaturire un’eventuale riflessione, ammesso che tu lo voglia, fino ad arrivare a portare avanti la visione delle psicologie non-strutturaliste, per la difesa delle persone al di là delle costruzioni di potere moderniste.
In ognuno di noi c’è un insieme di competenze, convinzioni, valori, idee e azioni che, in un concerto di individualità e soggettività, ci portano a costruire la nostra realtà.
Ma, se continuamente ci sentiamo dire che siamo esseri inferiori e che non sappiamo studiare perché non abbiamo metodo, non è che un giorno finiremmo per crederci?
Ecco dove voglio andare a parare:
Io dico “BASTA!”.
Preferisco guardare al metodo di studio dalla terrazza post-moderna, per affacciarmi e guardare a un fantastico panorama nuovo, senza veli costruiti per offuscare la visuale.
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