Mal di gambe perenne: Quando il dolore fisico diventa segnale psichico

Autore: Antonietta Caputo
Pubblicato il: 11 Febbraio 2019

La Psicosomatica

Hai mai avuto dolori fisici di cui non riuscivi a rintracciare motivi medici e cause specifiche? Si tratta, spesso, di dolori psicosomatici. La psicosomatica è una branca che studia e spiega le connessioni mente-corpo, con una lente di ingrandimento sui fattori psicologici che si innestano nel corpo e ne provocano dolore.Cos’è che accade?

Spesso, alcune energie psichiche non hanno ancora parola o un accesso alla consapevolezza, quindi si innestano nel corpo dove riescono a trovare un canale comunicativo più “semplice”: alcune spinte emotive vengono espresse nel nostro corpo attraverso dolori, sensazioni corporee o spinte corporee che, se da un lato possono arrecare un certo sollievo, dall’altro possono portare al dolore. Oggi parliamo del mal di gambe perenne, un dolore temporaneo o cronico che arriva a far visita la persona in alcune circostanze specifiche.

Psicosomatica del mal di gambe

Ti è mai capitato di arrivare alla sera con una perenne tensione alle gambe? Oppure di svegliarti già al mattino con forti dolori a cui non sei ancora riuscito a trovare una causa medica? Come scrivevo prima, molto spesso, il dolore fisico diventa un segnale che la nostra mente ci sta lanciando. Secondo la Psicosomatica, le nostre gambe non rappresentano solo un insieme di articolazioni, muscoli e ossa che serve a farci camminare; infatti, simbolicamente, le gambe rappresentano molto altro. I passi che muoviamo nel mondo, già dal gattonare, rappresentano sì una crescita, ma anche una spinta all’autonomia, all’andare avanti nella vita per prendere posto nel mondo sociale. I passi che facciamo uno dietro l’altro simboleggiano la parola di un narratore che racconta una trama narrativa: ogni passo è una parola. E parola dopo parola si crea la nostra esperienza in una storia. I passi ci parlano del nostro modo di muoverci nella vita, delle nostre peculiarità, del modo in cui ci facciamo fermare o del modo in cui galoppiamo in velocità. I significati simbolici, nella psicosomatica, hanno una grande valenza nello spiegare i dolori, e nei riguardi del mal di gambe è possibile affermare che qualcosa sta accadendo alla nostra libertà di movimento, in senso fisico, ma anche e soprattutto esistenziale e psicologico.

Significati psicologici del dolore alle gambe

Ti senti un albero radicato al terreno, un bradipo o un aquila?

Fermarsi, rallentare, indietreggiare, velocizzare il passo, correre quasi come volare… è quello che sta accadendo nella nostra vita. Il mal di gambe ci sta segnalando un conflitto rispetto a questi movimenti simbolici nelle nostre esperienze. Sei fermo in una situazione da cui vuoi uscire ma non riesci a trovare la forza per farlo. Sei lento nel decidere se prendere direzione Est od Ovest. Vorresti spiccare il volo ma ti si sono arruginite le ali. I sintomi psicosomatici alle gambe stanno segnalando questi conflitti, contraddizioni irrisolte, paure e dubbi rispetto a cosa fare della tua vita. “Devo lasciarlo oppure continuare questa relazione che ci sta portando distruzione e frustrazione?”, “Sul lavoro provo ad avanzare prudentemente, oppure forse è il caso di indietreggiare?” “Spicco il volo con quella nuova occasione, o forse è meglio restare cauto e accovacciato?” Queste sono solo alcune delle domande-segnale che le gambe stanno provando a lanciarci, per spingerci a trovare una decisione in linea con i nostri voleri.

Aderire alla propria natura

Quello che il dolore sta usando è un linguaggio simbolico, sottile, dalla comprensione quasi indecifrabile, ma anche decisiva: Cosa voglio? La capacità di andare avanti rappresenta la spinta ad avanzare nella vita aderendo alla propria natura. Il dolore lancia un allarme vitale, uno spintone alla vita vera, quella in linea con i propri valori, con le proprie convinzioni e la propria identità. Rispettare solo la volontà altrui ci porta a bloccare tutti i movimenti, a sentirci come nelle sabbie mobili. Noi possiamo invece restare nel flusso collettivo della società e, contemporaneamente, rispettare i nostri punti cardinali! Allora si tratta di dare parola al dolore e iniziare a sperimentare un movimento diverso.

La cura della parola

3 suggerimenti per una riflessione in autonomia

Come scrivevo nelle precedenti Rubriche Psy dedicate alla psicosomatica, la scelta dell’antidolorifico e del farmaco può risultare in un paradosso: calmierare il sintomo comporta un ammutolimento del segnale che il dolore sta lanciando, perpretrando in tal modo una situazione che proprio non ci va giù. Se da un lato il farmaco aiuta a calmierare tempestivamente il dolore, dall’altro si ha la necessità di arrivare al nocciolo della questione dando parola e consapevolezza a un segnale somatico, in cui un dolore è un’energia psichica che non avendo parola usa il canale del corpo per essere espressa.

Quindi cosa è importante fare? Restituire parola al segnale del corpo significa innanzitutto Riflettere sugli aspetti di cui abbiamo parlato.

1.Fai un check della situazione

Come sono messe le relazioni? E il lavoro, la famiglia? Come ti poni nei riguardi di alcune persone? E con altre? Con te stesso? Riflettere su questi aspetti evita di negare i problemi e accende una luce su quali sono i nostri atteggiamenti in riferimento ad alcune situazioni che accadono nella vita.

2. Fai caso alle cose che si ripetono

Per natura, abbiamo una tendenza all’equilibrio, che non vuol dire serenità, ma stabilità rispetto alle cose che accadono. Siamo tendenti alla ripetizione di schemi di azione e pensiero, anche se questi sono potenzialmente negativi. Fai caso alle cose che nella tua vita tendono a ripetersi e dagli un significato. Sono utili? In che modo influenzano le tue relazioni? Ti fanno sentire appagato e sereno?

3. Cerca il tuo punto di #menefottoeducato

Il “menefotto” è una condizione di vita a metà tra l’altruismo e l’egoismo di cui parlo spesso sui miei canali social; è il punto di contatto col mondo, tenendo fede a ciò che siamo. Non è menefreghismo: per questo motivo, l’hashtag nasce con un’aggiunta di significato con la parola “educato”. In sostanza, è bene che dopo i primi due suggerimenti, tu possa trovare il punto di equilibrio sereno tra i movimenti che vogliono gli altri e quelli che vuoi fare tu.

Chiedi consulto a chi sa come aiutarti

Nei casi in cui non si riesce a dare parola al proprio sintomo, un percorso psicologico è d’elezione: La cura della parola celebra la dimensione comunicativa del sintomo doloroso, per ridargli la sua connotazione psichica consapevole, al fine di diminuire la frequenza del dolore.  “Cura” non intesa in termini di guarigione da una malattia ma in termini di prendersi cura di sé, amarsi consapevolmente.

In questo senso, la consulenza psicologica mira a trovare un canale espressivo più funzionale alle tensioni emotive accumulate, alle situazioni vissute come conflittuali e “amare”.  Inoltre, con l’accoglienza della persona nella sua totalità mente-corpo, viene identificata una serie di fattori di vita personale e relazionale su cui focalizzare mente e cuore, per placare un dolore somatico che è fondamentalmente espressione di un dolore psichico.

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2 righe sull’autore

Sono Psicologa e Psicoterapeuta a Milano e Online.
Nel mio lavoro di consulenza e terapia, aiuto le persone a vivere in modo soddisfacente le loro vite e le relazioni con le persone a cui sono connesse. In consulenza ai metodi di studio, supporto gli studenti universitari nelle loro carriere accademiche calibrando i metodi efficaci individuali ai loro percorsi di studio.

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3 Commenti

  1. Alfonsina Buzzoni

    Buonasera. Ho trovato molto interessante il suo articolo. Io da mesi soffro di mal di gambe. Io se sono seduta oppure a letto sto bene, ma se solo faccio 200 metri inizia il mal di gambe che comprende anche il basso schiena.. Ho una vita insoddisfatto, ho 68 anni se avessi qualche anno in meno penso che prenderei il volo ma alla mia età ho paura. Io non sto vivendo ma sopravvivendo. Quindi iniziò a pensare che il mio mal di gambe sia di origine somatica. Grazie per avermi permesso di sfogarmi e della vostra fiducia . Alfonsina.

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    • Antonietta Caputo

      Cara Alfonsina, grazie a lei per aver condiviso con me e con tutti un aspetto della sua vita, che può essere fonte di riflessione per chiunque legga. Un caro saluto

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      • Professor Mário

        Interessantíssimo e istruttivo

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