Duecento-coosa?
L’hai pensato anche tu? Incredibile. In giro nell’internet gira questa notizia secondo cui gli studenti universitari sarebbero tutti beoti frustrati, a non aver ancora capito che 200 pagine in un giorno sono memorizzabili come bere un bicchiere d’acqua. E quindi, il marketing dei corsi online fa uscire un metodo miracoloso alla modica cifra di migliaia di euro. Sì, sono sarcastica. C’è del terrorismo psicologico in giro, misto al marketing spietato (combo malefica) secondo cui sarebbe possibile memorizzare 200 pagine in 1 solo giorno. A meno che non siano tutte e 24 le ore spese sui libri, ma proprio tutte e 24 a rischio esaurimento, avrei qualche dubbio, se non altro, perché la scienza parla chiaro rispetto a questo processo e non è per nulla in linea con quanto tali signorotti vogliono farci credere.
Sfatiamo ‘sta caxxata
Iniziamo col dire che il metodo di studio non esiste. Il processo di apprendimento e memorizzazione è influenzato da moltissimi fattori strettamente interconnessi tra loro, il metodo o la tecnica di studio è solo un piccolo ingranaggio di tutta la grande macchina. Qui scrivo un approfondimento sulle basi scientifiche. Oggi sfatiamo questa cosa delle duecento pagine (ma come si fa?!): è impossibile apprendere così tanto materiale in un solo giorno. Gli unici casi potrebbero essere dovuti al fatto che:
- su ogni pagina c’è scritta una sola frase
- intendevano 1 giorno di almeno 72 ore
- esiste davvero WonderWoman o Superman
- è arrivato il nuovo Messia, ma comunque avrei qualche dubbio.
I motivi per cui è impossibile memorizzare 200 pagine in un solo giorno sono legati a un fattore che influenza di molto l’apprendimento degli argomenti che studiamo: l’elaborazione profonda, ossiaquel meccanismo psicologico e neuropsicologico attraverso cui avviene la connessione degli argomenti studiati, dei temi affrontati e delle aree di apprendimento. L’Elaborazione profonda ha 2 processi, attraverso cui oggi capiremo perché memorizzare 200 pagine in un giorno è praticamente impossibile:
- elaborazione profonda in processo consapevole
- elaborazione profonda in processo inconsapevole
Elaborazione profonda in processo consapevole: I DUBBI e LE DOMANDE
“Ma sta roba non l’abbiamo già fatta?” oppure per i miei cari studenti di Psicologia “Vabbé ma sta roba la diceva anche Freud.” Si tratta di casi in cui i nostri neuroni si stanno connettendo ad apprendimenti passati per trovare un aggancio tematico. Ogni cosa che apprendiamo tenta di agganciarsi a qualcosa di noto, è automatico, e mentre studiamo consapevolmente iniziamo a farci domande e dubbi rispetto a quello che stiamo leggendo. Facciamo un esempio. Hai mai letto una teoria o un meccanismo di qualche funzionamento nelle tue materie e, all’improvviso, pensi “ma che caxxo, questa roba è l’esatto contrario di quello che diceva PincoPallino!!” ecco, in questo caso stai elaborando profondamente. Cioè i tuoi neuroni collaborano con te nell’agganciare le nuove parole lette a quello che già sai. Ti fai domande, ti vengono dubbi, connetti, confermi e disconfermi. In una parola: elabori. Questo processo avviene mentre leggi e rileggi (o ascolti, se usi gli audio-libri), e permette alle tue sinapsi di creare nuove connessioni che alla ripetizione diventano sempre più connesse. Ecco, a meno che tu non sia il nuovo elemento dei fantastici 4, memorizzare 200 pagine in un giorno è come avere il mar mediterraneo in mezzo al Sahara. Non è possibile elaborare tanto materiale nel corso di 24 ore (senza rischiare di finire all’ospedale) e se non elabori non apprendi, quindi non memorizzi.
Elaborazione profonda in processo inconsapevole: L’APPRENDIMENTO IN SONNO
Quando dico che anche senza studiare, stiamo apprendendo, non è uno scherzo, né una trovata simpatica per parlare de #ilmetododistudiononesiste… è che – realmente – il nostro cervello elabora informazioni anche quando non stiamo studiando. Un esempio eclatante sono la serie di studi scientifici fatti sull’apprendimento durante il sonno. Non ci riferiamo alle audiocassette degli anni 90 che ti promettevano di insegnarti l’inglese se infilavi le cuffie di notte, NO. Parlo di processi di apprendimenti che avvengono mentre dormiamo. Infatti, né durante il sonno e né studiare subito dopo aver dormito, aumenta la probabilità di fissare i contenuti in memoria. Gli studi scientifici sull’argomento evidenziano che è il sonno DOPO aver appreso (meglio se subito dopo) a contribuire al consolidamento delle tracce mnestiche, cioè al consolidamento in memoria dei contenuti e argomenti studiati. Ogni informazione è immagazzinata nei collegamenti tra i neuroni. Nei cicli completi del sonno, cicli di REM e nREM, le tracce mnestiche creano un solco informativo, cioè è come se durante il sonno REM e nREM camminassero a braccetto sempre sullo stesso sentiero per assestare tutte le orme e farle diventare quasi indelebili. FIGO! In più… Grazie a tali ricerche si è scoperto che la memoria post apprendimento non funziona per cassetti e magazzini distinti, ma per connessioni neuronali anche distanti tra loro. è per questo motivo che adesso si parla di Memoria Relazionale, ossia la capacità del nostro bel cervellone di rievocare informazioni apparentemente non studiate, ma emerse dopo il sonno per averle connesse tra loro. Uno studio in particolare parla di Abstraction of Gist – Estrazione del Nocciolo . Ad alcuni partecipanti alla ricerca fu fatta leggere una serie di parole prima di andare a dormire: davanzale, tendina, vetro, maniglia… Al risveglio, le persone rievocavano le parole e, in particolare, ne ficcavano una che non era comparsa la sera prima, era la parola FINESTRA. Cosa accadde? I partecipanti estrassero il Gist o Nocciolo delle informazioni. Tutte le parole lette erano collegate alla parola “finestra”. Lo studio non ha pretese di spiegare in modo complesso il fenomeno della memorizzazione in generale, ma già da questi risultati è evidente come il nostro cervello, già durante il sonno, elabori le informazioni per consolidarne in memoria, in memoria relazionale. Ecco, a questo punto qualcuno dirà… OK e allora leggo, dormo ed è fatta… un giorno e via. Eh no. Perché siccome il nostro cervello economizza al posto nostro, le informazioni che non sono utili (e che non vengono riprese e ripetute) vengono eliminate attraverso un processo definito potatura sinaptica: come in un giardino, il nostro cervello elimina le erbacce, cioè rompe quelle connessioni sinaptiche di quelle informazioni che non essendo ripetute vengono ritenute superflue. Ecco che un giorno non basta. Già è difficile leggere 200 pagine in un giorno e capire tutto a puntino. Ma fissare nella memoria tutto il contenuto è impossibile se almeno non viene rievocato per più giorni e resistere alla potatura.
Occhio al marketing spietato
“Vabbé ma io non ci casco” lo so che lo stai pensando, è quello che pensavo anche io. Quando poi mi sono ritrovata a cliccare i tantissimi post sponsorizzati nella bacheca Facebook, ho cambiato idea. Comunicano molto bene, sono marketers. Sono bravi a vendere. E possiamo cascarci. Ma occhio al marketing spietato e per il processo di apprendimento affidati solo ai professionisti competenti:
- lo psicologo (con competenze specifiche sull’apprendimento) valuta i processi psichici e di apprendimento e memorizzazione, nonché processi cognitivi ed emotivi connessi, progetta un intervento sui metodi di studio personali e un eventuale percorso metacognitivo, cioè di lavoro sulla consapevolezza rispetto ai propri processi psichici, di apprendimento e di comportamento.
- il pedagogista progetta e interviene sulle modalità e le strategie di apprendimento,
- il tutor guida e supporta nell’applicazione delle tecniche e dei metodi
TUTELATI, affidati a chi ha le carte in regola e le giuste competenze per aiutarti nel tuo percorso di studio.Il metodo di studio non esiste, esistono i metodi efficaci individuali!
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