Ti è mai capitato di avere forte mal di testa, mal di spalle, mal di pancia di cui non riuscivi a rintracciarne motivi medici e cause specifiche? Si tratta, spesso, di dolori psicosomatici.
La psicosomatica è una branca che studia e spiega le connessioni mente-corpo, con una lente di ingrandimento sui fattori psicologici che si innestano nel corpo e ne provocano dolore.
Cos’è che accade?
Spesso, alcune energie psichiche non hanno ancora parola o un accesso alla consapevolezza, quindi si innestano nel corpo dove riescono a trovare un canale comunicativo più “semplice”: alcune spinte emotive vengono espresse nel nostro corpo attraverso dolori, sensazioni corporee o spinte corporee che, se da un lato possono arrecare un certo sollievo, dall’altro possono portare al dolore.
Psicosomatica del mal di testa
L’istituto italiano di Medicina Psicosomatica differenzia 4 tipi di mal di testa:
- cefalea muscolo tensiva
- emicrania
- cefalea a grappolo
- cefalea da weekend
La cefalea muscolo tensiva è un mal di testa dovuto a un irrigidimento muscolare della parte bassa del cranio, del collo, delle spalle e, talvolta, dovuto a bruxismo.
L’emicrania è un forte mal di testa isolato a metà cranio; la cefalea a grappolo viene dislocata alla zona orbitofrontale (attorno agli occhi), in associazione a lacrimazione; la cefalea del week end – o dei momenti liberi – è quella che attanaglia la persona quando è libera da impegni.
Tendenzialmente, ognuna di queste cefalee assume significati specifici. Dico tendenzialmente perché ogni caso è a sé e ciò che risulta tendenza non è mai universalità.
Nel caso della cefalea muscolo-tensiva un irrigidimento del corpo, spesso dei muscoli delle spalle, del collo, o ancora della mandibola dovuto a varie tipologie di bruxismo, esprimono mediante il corpo un peso psichico non accettato consapevolmente; a volte tale dolore esprime un’aggressività definita repressa, ossia che la persona non si concede per paura di non essere accettata o, ancora, per paura di non risultare abbastanza accondiscendente da meritare considerazione positiva.
Di frequente, si hanno difficoltà a dire di no, a stabilire i confini virtuali tra il sé e l’altro; si è sempre disponibili.
Nei casi dell’emicrania vi è una metà, una parte di sé del tutto o parzialmente sconosciuta; in alcuni casi completamente inaccettata.
Nell’attimo di comparsa del sintomo, fino al punto di dover scaricare la tensione accumulata, tale dolore simboleggia una parte di sé che chiede di essere vista consapevolmente.
La cefalea a grappolo, con la sua dislocazione sugli occhi e lacrimazione, tendenzialmente comunica una sofferenza e un pianto che vengono troppo spesso taciuti.
La cefalea da weekend, terminologia creativa quanto esplicativa del sintomo, indica come il tipo di dolore sia associato alla pausa dal ritmo settimanale, che vorrebbe persistere nel tempo libero e quando non riesce prende il suo posto la cefalea.
Significati psicologici comuni
Tendenzialmente in chi soffre di cefalea con alta frequenza senza causa medica sta avvenendo qualcosa di importante.
La parte del pensiero e dell’analisi prendono il sopravvento e racchiudono la persona in una gabbia di pensieri. Fuori da lì c’è un mondo emotivo che viene completamente celato od oscurato.
Infatti, dire che la rabbia viene repressa è parzialmente un errore: la spinta non viene totalmente repressa, bensì canalizzata diversamente dalla parola.
Ad esempio, serrare i denti ripetutamente comporta dolori atroci alla zona mandibolare e alla testa. In questo senso, al significato emotivo viene bloccato un accesso alla consapevolezza e alla parola ma la spinta energetica persiste e si incanala nel corpo.
Il dolore è un segnale: è il corpo che parla suggerito dalla mente e dal cuore. Il dolore è un allarme emotivo-corporeo che dice “ti prego, apri questa gabbia”.
La cura della parola
Molto spesso gli antidolorifici non curano il dolore perché lo coprono e non arrivano al nocciolo del significato doloroso.
In caso di assenza di cause mediche è importante la consulenza psicologica: un dolore psicosomatico è un’energia psichica che non avendo parola usa il canale del corpo per essere espressa.
La cura della parola, quindi, celebra la dimensione comunicativa del sintomo doloroso (che evidentemente sta tentando di comunicare qualcosa) per ridargli la sua connotazione psichica consapevole al fine di diminuire il dolore.
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